Bellezza e Speranza

In questo periodo strano, in cui tutte le nostre certezze e le nostre abitudini sono state stravolte per far fronte a questo nemico invisibile che ci accomuna, ho sentito il bisogno di tornare a scrivere, dopo un po’ di tempo che non lo facevo.

Da un paio di giorni ho in mente queste due parole, Bellezza e Speranza, perché credo che sia di questo che abbiamo realmente bisogno ora, tutti.

La Bellezza, che nonostante tutto continua a circondarci, a riempirci gli occhi se la sappiamo trovare e vedere anche nelle piccole cose, magari proprio quelle piccole cose che fino a qualche settimana fa trascuravamo o ignoravamo. Come può essere, ad esempio, un giardino nel quale la primavera è scoppiata in silenzio, travolta da ben altre notizie.

La Speranza, quel desiderio di un domani simile al nostro ieri ma che, probabilmente, sarà qualcosa di nuovo. Abbiamo bisogno di essere rassicurati, di qualcuno che ci guardi negli occhi e che ora più che mai ci dica che andrà tutto bene. E sicuramente sarà così, sicuramente Andrà tutto bene, questa frase che ormai è diventata il leit-motiv di questo periodo accompagnando gli arcobaleni appesi alle finestre e riempiendo le città di post-it.

Non è facile trovare qualcosa che ci faccia guardare il mondo con gli occhi pervasi da queste due sensazioni. Bombardati come siamo ogni giorno, ogni momento della giornata, dalle notizie negative, non riusciamo ad accorgerci che il mondo attorno a noi continua ad andare avanti, con risvolti spesso inaspettati. Penso ai delfini che entrano nei porti in Sardegna o nei canali di Venezia, oppure alla drastica riduzione dello smog che da anni attanaglia la Pianura Padana. E proprio in questi cambiamenti che risiedono la Bellezza e la Speranza del titolo. Ce ne saranno altri, senza dubbio, magari dai risvolti meno positivi, ma questo dipende anche da noi.

Dobbiamo avere fiducia. Fiducia in noi stessi, fiducia negli altri, pur rimanendo confinati nelle nostre quattro mura. Perché ne usciremo, forse malconci, forse con le ossa rotte, ma prima o poi tutto questo finirà e allora saremo pronti a ripartire, con maggiore determinazione e decisione di prima, riuscendo a far tesoro di questa esperienza che, è inevitabile, ci cambierà profondamente.

Intanto, apriamo gli occhi. Cerchiamo il bello che c’è nel nostro piccolo. Perché c’è sempre, il bello, anche quando non lo vediamo, e guardiamo al domani con fiducia. Perché siamo come i fiori a primavera, che ogni anno rinascono per ricordarci che la stagione dura e difficile è finalmente alle spalle.

Leonardo. Il romanzo di un genio ribelle

Il 2019, come è noto ormai a tutti, è l’anno di Leonardo Da Vinci.

Morto ad Amboise il 2 maggio del 1519, quest’anno vede una serie pressoché infinita di celebrazioni del Genio toscano in occasione del suo 500esimo anniversario, che viene celebrato in tutto il mondo e soprattutto in quelle città italiane nelle quali Leonardo è vissuto o anche solo passato (basti pensare a Milano, Firenze o la stessa Vinci). Di pari passo con le celebrazioni, si sono moltiplicate le pubblicazioni -già consistenti a dire il vero- sull’Uomo simbolo del Rinascimento italiano e il romanzo di Massimo Polidoro è uno di quelli, mentre qui potete trovare il mio post sul primo curriculum vitae della Storia (e indovinate di chi è..)

La trama, in breve

Attraverso un memoriale, immaginato ma verosimile, scritto da Francesco Melzi, il libro racconta i punti oscuri e le zone d’ombra della vita di Leonardo Da Vinci. Allievo prediletto di Leonardo per la sua precisione e la sua tranquillità, Melzi sarà colui che seguirà Leonardo a partire dal suo viaggio a Roma nel 1513 in tutte le sue peregrinazioni in Italia ed in Europa, fino ad arrivare ad Amboise, dove il Genio vinciano lo nominerà erede di tutti i suoi beni alla sua morte.

Il mio parere personale

Il libro di Massimo Polidoro è di quelli che si inseriscono nel filone dei manoscritti ritrovati tanto caro ad Umberto Eco e Alessandro Manzoni che già avevano utilizzato il medesimo espediente narrativo per i loro romanzi più famosi. La lettura scorre bene e veloce, ma qua è là a mio avviso traspare ciò che Polidoro è realmente: un eccellente divulgatore. Ma non un narratore. In alcuni passaggi si ha la sensazione di essere davanti ad un semplice elenco di fatti che hanno caratterizzato la vita di Leonardo Da Vinci, senza che ci sia quel collante letterario che invece si ritrova nei romanzi dei narratori.

Non fraintendetemi: vale assolutamente la pena di leggerlo. La storia di Leonardo è conosciuta ma non conosciutissima se non per quanto riguarda le sue stravaganze, i suoi molteplici interessi e, molto spesso, i suoi segreti inesistenti. Polidoro riesce a sfatare molti dei miti che perdurano ancora oggi sulla figura di quest’uomo, corredando di note quelle parti del testo che, per dovere di narrazione, vengono leggermente falsate o adattate.

Leonardo è una di quelle figure della Storia che hanno fatto versare fiumi di inchiostro in tutti i secoli, diventando protagonista di tomi infiniti di studi e dissertazioni. Leonardo. Il romanzo di un genio ribelle si aggiunge alla folta bibliografia che tratta l’Uomo Universale ma che, a mio avviso, in questo romanzo sembra rimanere sullo sfondo. Si parla di lui ma si ha come l’impressione di essere davanti ad uno schermo su cui scorrono delle slide. Sono comunque certo che gli estimatori del Segretario Nazionale del CICAP non rimarranno delusi dalla lettura ma anzi avranno voglia di approfondire quella che è stata una delle vite più avventurose dell’intero Rinascimento Italiano.

Voi avete letto il libro di Polidoro? Che ne pensate?