Quando la vidi la prima volta, alla Galleria degli Uffizi di Firenze, restai folgorato dalla bellezza di quest’opera. Una Madonna bellissima, inclusa in un contesto che trasuda dolcezza e normalità, come il gesto di ogni madre che tiene sulle proprie gambe il figlio e lo sorregge con una mano: tutto questo e altro è la Madonna dal collo lungo (216×132 cm) di Parmigianino, al secolo Girolamo Francesco Maria Mazzola, databile tra il 1534-1540.

Le altre donne, bellissime ed eteree, che ho visto sono quelle realizzate dalla mano di Botticelli, con i loro lineamenti delicati, ma qui siamo al passo successivo: la bellezza non è più idealizzata come potrebbe essere ne La nascita di Venere o ne La primavera, ma è una bellezza vera, reale e travolgente. Gli occhi bassi, a guardare il Bambino (non un neonato, non più ormai) che dorme beato, mentre sei angeli si accalcano alla sua destra, come se volessero comparire all’interno di questa opera per farsi ritrarre insieme alla madre e al figlio. Lei non li guarda, i suoi occhi sono puntati solo sul piccolo, dall’alto di questo collo lunghissimo che ha dato il nome all’opera. Un collo aggraziato, leggermente incurvato, che pare essere spropositato come anche le braccia e le proporzioni di tutta la Madonna.
Guardandola sembra di osservare una creatura dell’aria, leggera e aggraziata nei movimenti, seduta su un trono invisibile. Rapisce lo sguardo, sia per la sua grandezza che per la sua maestà. Sullo sfondo, la fila di colonne fa da contraltare a questa donna statuaria, come lo fa anche l’uomo che legge la pergamena (San Girolamo?), infinitamente piccolo rispetto a lei. Subito vicino all’uomo, un piede. Solo quello, a simboleggiare il non finito che caratterizza tutta questa opera, a causa della fuga di Parmigianino da Parma verso Casalmaggiore, all’indomani della sua scarcerazione per commesse non terminate.

E’ un dipinto che mi ha sempre affascinato, ammaliato, incantato. Qualcosa che merita di essere visto, rigorosamente dal vivo, quando si potrà. Per chi l’ha già fatto è sicuramente da rivedere, per le emozioni che continua a trasmettere anche dopo la prima visione. Nella mia memoria, la sua collocazione agli Uffizi porta quest’opera ad essere verso la fine del percorso, ma potrei sbagliarmi. Dopo tanta arte che si è vista nella visita forse può passare inosservata e sarebbe un vero, vero peccato.
Vi consiglio di guardarla, di cercarla. Non ho voluto fare l’analisi dell’opera, anche perché ve ne sono già numerose e molto ben scritte da studiosi che se ne intendono più di me, ma solo lasciare le mie impressioni su un dipinto che mi ha colpito nel profondo. Per chi volesse documentarsi può fare riferimento alla pagina Wikipedia dedicata all’opera (https://it.wikipedia.org/wiki/Madonna_dal_collo_lungo) e da lì vagare verso Parmigianino e le sue opere, oltre che alla sua vita piuttosto avventurosa.