Il Tesoro d’Italia

Seguendo la serie di libri pubblicati da Vittorio Sgarbi (che, preciso, apprezzo come critico d’arte), pubblicherò delle opere, più o meno note, che compongono la Storia dell’Arte del nostro Paese.

Questo perché credo che ci sia bisogno di riempirsi gli occhi di Bellezza, e che questo vada fatto costantemente, ogni giorno, ogni volta che è possibile, soprattutto nei periodi che sembrano bui e difficili, specialmente se seguono momenti altrettanto duri.

E così, si creerà una specie di museo (come quello immaginato, su cui Philippe Daverio ha scritto un paio di libri) ricco di opere d’arte, famose e sconosciute ma pur sempre meravigliose.

Partiamo dall’inizio. Partiamo dall’anno 1000.

Wiligelmo, Storie della Genesi (La creazione dell’uomo, La creazione della donna, Il peccato originale)

  • Anno: 1099
  • Dove: Modena, facciata del Duomo

La Madonna di Parmigianino e quel collo lunghissimo…

Quando la vidi la prima volta, alla Galleria degli Uffizi di Firenze, restai folgorato dalla bellezza di quest’opera. Una Madonna bellissima, inclusa in un contesto che trasuda dolcezza e normalità, come il gesto di ogni madre che tiene sulle proprie gambe il figlio e lo sorregge con una mano: tutto questo e altro è la Madonna dal collo lungo (216×132 cm) di Parmigianino, al secolo Girolamo Francesco Maria Mazzola, databile tra il 1534-1540.

Le altre donne, bellissime ed eteree, che ho visto sono quelle realizzate dalla mano di Botticelli, con i loro lineamenti delicati, ma qui siamo al passo successivo: la bellezza non è più idealizzata come potrebbe essere ne La nascita di Venere o ne La primavera, ma è una bellezza vera, reale e travolgente. Gli occhi bassi, a guardare il Bambino (non un neonato, non più ormai) che dorme beato, mentre sei angeli si accalcano alla sua destra, come se volessero comparire all’interno di questa opera per farsi ritrarre insieme alla madre e al figlio. Lei non li guarda, i suoi occhi sono puntati solo sul piccolo, dall’alto di questo collo lunghissimo che ha dato il nome all’opera. Un collo aggraziato, leggermente incurvato, che pare essere spropositato come anche le braccia e le proporzioni di tutta la Madonna.

Guardandola sembra di osservare una creatura dell’aria, leggera e aggraziata nei movimenti, seduta su un trono invisibile. Rapisce lo sguardo, sia per la sua grandezza che per la sua maestà. Sullo sfondo, la fila di colonne fa da contraltare a questa donna statuaria, come lo fa anche l’uomo che legge la pergamena (San Girolamo?), infinitamente piccolo rispetto a lei. Subito vicino all’uomo, un piede. Solo quello, a simboleggiare il non finito che caratterizza tutta questa opera, a causa della fuga di Parmigianino da Parma verso Casalmaggiore, all’indomani della sua scarcerazione per commesse non terminate.

Dettaglio

E’ un dipinto che mi ha sempre affascinato, ammaliato, incantato. Qualcosa che merita di essere visto, rigorosamente dal vivo, quando si potrà. Per chi l’ha già fatto è sicuramente da rivedere, per le emozioni che continua a trasmettere anche dopo la prima visione. Nella mia memoria, la sua collocazione agli Uffizi porta quest’opera ad essere verso la fine del percorso, ma potrei sbagliarmi. Dopo tanta arte che si è vista nella visita forse può passare inosservata e sarebbe un vero, vero peccato.

Vi consiglio di guardarla, di cercarla. Non ho voluto fare l’analisi dell’opera, anche perché ve ne sono già numerose e molto ben scritte da studiosi che se ne intendono più di me, ma solo lasciare le mie impressioni su un dipinto che mi ha colpito nel profondo. Per chi volesse documentarsi può fare riferimento alla pagina Wikipedia dedicata all’opera (https://it.wikipedia.org/wiki/Madonna_dal_collo_lungo) e da lì vagare verso Parmigianino e le sue opere, oltre che alla sua vita piuttosto avventurosa.

i mARTEdì – Ep. 10 – Operazione Barbelli

Con questo episodio giungiamo così al termine della nostra avventura nel mondo di Gian Giacomo Barbelli e degli affreschi del Ciclo della ex chiesa parrocchiale di Casaletto Vaprio.

Un percorso lungo e che mai avrei pensato, alla prima puntata, che sarebbe giunto così lontano. Ho imparato molte cose che non conoscevo, preso dimestichezza con la mia immagine in video (che non è affatto semplice da accettare), avuto scambi di idee e opinioni con molte persone.

E tutto questo è stato realizzato nel periodo di lockdown che ha caratterizzato il nostro Paese negli scorsi mesi.

Per certi versi è stata una scommessa, una cosa iniziata quasi per gioco e finita poi per diventare una piccola serie divulgativa. Una divulgazione molto amatoriale in verità, ma che spero vi abbia appassionato come ha appassionato me mentre la realizzato.

Quest’ultima puntata è un po’ più lunga delle altre ed è la prima realizzata “fuori”, in Chiesa Vecchia.

E’ costata un po’ più di lavoro ma è forse quella alla quale sono più affezionato e che mi ha consentito di dare una degna conclusione, per ora, alla storia di questa piccola, grande Chiesa e ai suoi affreschi.

Buona visione!

i mARTEdì – Ep. 9 – Operazione Barbelli

Il Mecenatismo, una forma di tutela e incentivo delle arti che dal Medioevo in poi ha caratterizzato buona parte della Storia del nostro Paese.

Dalla famiglia Medici a Firenze ai Gonzaga a Mantova, il mecenatismo ha attraversato i secoli trovando il suo apice nel Rinascimento proprio grazie alle grandi famiglie che hanno governato i diversi Stati d’Italia, lasciandoci un patrimonio di valore inestimabile.

Nell’epoca moderna, il mecenatismo assume la forma di sostegno alle arti attraverso la conservazione ed il restauro di opere che hanno bisogno di interventi conservativi, ed anche per gli affreschi di Barbelli è stato attivato attraverso l’Art Bonus, lo strumento messo a disposizione dallo Stato per contribuire alla salvaguardia delle opere d’arte di proprietà pubblica che consente di avere un credito di imposta pari al 65% di quanto donato.

Ve lo racconto in questa nuova puntata, la penultima, di Operazione Barbelli.

i mARTEdì – Ep. 8 – Operazione Barbelli

Dopo la visione generale di come opera la sezione di Chimica del Restauro dell’Università Ca Foscari di Venezia, è arrivato il momento di entrare nel dettaglio degli studi che le dottorande ricercatrici stanno effettuando sul ciclo di affreschi.

Che materiali ha usato Barbelli nel 1642? Com’era composta la sua tavolozza dei colori? Un salto indietro nel tempo attraverso le nuove tecnologie al servizio degli studiosi e dei restauratori!

i mARTEdì – Ep. 7 – Operazione Barbelli

Ci avviamo a piccoli passi verso la conclusione di questa serie nata per raccontare l’Operazione Barbelli, ovvero il ritorno “a casa” del ciclo di affreschi dipinto da Gian Giacomo Barbelli nel 1642 nell’abside della ex chiesa parrocchiale di Casaletto Vaprio.

Dopo essere stati letteralmente strappati dal muro nel 1946 ora gli affreschi, dopo un attento restauro, sono quasi pronti per tornare ad occupare la loro posizione originaria nel cuore del piccolo paese adagiato nella Pianura Padana.

E proprio la storia travagliata di queste opere e la loro realizzazione è anche sotto la lente di ingrandimento (per studio, ovviamente) di un gruppo di giovani dottorande dell’Università Ca Foscari di Venezia.

Capire la tecnica, i materiali, i componenti utilizzati da Barbelli nel XVII secolo può permetterci di aprire una finestra sul passato anche artistico di una zona (il cremasco) spesso trascurata dagli studi più importanti.

Nella puntata che vi condivido c’è, a grandi linee, il lavoro di studio che l’equipe della Ca Foscari svolge abitualmente e, nello specifico, sui nostri affreschi.

Lo studio della storia applicato all’Arte.. che meraviglia!

i mARTEdì – Ep. 6 – Operazione Barbelli

Purtroppo in questo periodo sono rimasto un po’ indietro con gli aggiornamenti riguardo alla mia serie sull’Operazione Barbelli. Ma ora recupero, condividendo con voi la sesta puntata.

Pubblicata qualche settimana fa, questa puntata riguarda I luoghi del cuore, l’iniziativa promossa dal FAI – Fondo Ambiente Italiano per valorizzare i piccoli tesori che costellano la nostra fantastica penisola.

Ovviamente, appena aperto il bando, abbiamo iscritto la nostra Chiesa Vecchia tra i luoghi preziosi da valorizzare, anche e soprattutto in vista del ritorno del ciclo di affreschi, creando una scheda apposita che ne descrivesse le caratteristiche e ne mostrasse gli angoli più belli. Se vi va potete trovarla a questo link e magari lasciare un voto, che non costa nulla.

Ma a proposito della modalità di voto ho preparato, come vi dicevo, quella che è diventata poi la sesta puntata di Operazione Barbelli.

E nelle vostre zone ci sono dei luoghi che considerate speciali? Quelli che ricordate sempre con piacere o affetto?

i mARTEdì – Ep. 5 – Operazione Barbelli

La puntata di ieri è stata speciale perché ha visto la partecipazione del dott. Filippo Piazza, funzionario restauratore della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova.

Infatti, l’Operazione Barbelli è proseguita nel corso dei mesi anche grazie al supporto e alla disponibilità che la Soprintendenza ha avuto nei confronti dell’Amministrazione Comunale di Casaletto Vaprio, che ha visto nel progetto di acquisizione e ricollocamento un’occasione per “sistemare” un pezzo di Storia artistica e culturale del nostro piccolo paese della Lombardia.

Vi lascio con il video, sperando che lo troviate interessante. Non si parla dei luoghi più conosciuti di Italia ma di uno di quei piccoli gioielli che costellano il nostro stivale e che da secoli rendono il nostro Paese un luogo unico al mondo.

i mARTEdì – Ep. 4 – Operazione Barbelli

Ieri è stata la volta del quarto episodio di questa serie che racconta l’Operazione Barbelli, ovvero l’acquisto – da parte del Comune di Casaletto Vaprio – del ciclo dei sedici affreschi strappati dedicati alla Vita di San Giorgio Martire e che si trovavano, fino al 1946, nella vecchia chiesa del paese.

L’argomento di questa puntata è il restauro, sia come operazione in generale e, nello specifico, il restauro di queste tele, indagando anche quale sarà il futuro di queste opere una volta che il restauro sarà finito.

Purtroppo, non avendo a disposizione molte fotografie di questa fase, per la maggior parte degli undici minuti ci sono io a raccontare, ma spero comunque possa piacervi.

Se vi siete persi gli altri episodi potete recuperarli dalla playlist “i mARTEdì” sul mio canale YouTube oppure nella categoria apposita del blog.

E se avete suggerimenti, critiche o curiosità, non esitate a scrivermi!

i mARTEdì – Ep. 3 – Operazione Barbelli

Ieri ho pubblicato il terzo episodio de i mARTEdì – Operazione Barbelli, dedicato stavolta alla Chiesa Vecchia di Casaletto Vaprio, il luogo dove gli strappi del pittore cremasco del XVII secolo saranno ricollocati dopo il restauro.

Un viaggio, per quanto possibile in questo periodo, all’interno del luogo in cui tutto ha inizio, sicuramente l’edificio più antico del piccolo paesello del cremasco che risale al Quattrocento, anche se abbiamo notizie di una chiesa ben più antica. Anche se non vi sono certezze, nelle bolle papali del XII secolo potrebbe essere citato il primo nucleo della chiesina che per secoli è stata la chiesa parrocchiale del paese fino alla costruzione, agli inizi del Novecento, della chiesa attuale.

La puntata di ieri è necessariamente un sunto dei secoli di Storia di questa chiesa che ha attraversato il tempo sopravvivendo al suo scorrere incessante, venendo definita -già nel Settecento- una delle chiese più antiche della Diocesi di Crema.

Ma la sua scoperta è un viaggio a ritroso nella Storia e nell’Arte di un piccolo paese di campagna..

Molto è stato fatto e molto rimane da fare per conservare questo piccolo gioiello che sopravvive ai suoi costruttori, ai suoi decoratori e ai suoi utilizzatori.

Costituisce la memoria storica di un intero paese e dei suoi abitanti, resistendo nei secoli come le grandi opere d’arte più famose, testimone silenzioso del tempo che passa inesorabile.